Finalmente ho dato voce a mesi di difficoltà e frustrazione. Ho parlato con mia madre di mia sorella.
Non è stato facile, anzi tutt'altro. Dopo la morte di babbo purtroppo sono diventata il suo punto di riferimento. Questo mi fa piacere, mi lusinga, ma io mi sento sempre meno coinvolta, sempre meno parte della sua vita. Io di conseguenza mi adatto al suo desiderio, facendomi da parte, ma non mi piace. Condivido tante cose tanti pensieri con tante persone che amo, perché con lei no? Perché deve essere così tanto difficile anche soltanto uscire a far compere io e lei da sole? Molti mi dicono che non c'è la volontà. Io invece si tratti di paura. Paura di esporsi, paura delle critiche da tutte e due le parti. Si perché sono convinta che dall'altra parte c'è altrettanta frustrazione, rabbia. Tutta la rabbia e la frustrazione delle cose non dette, delle cose lasciate lì a sedimentare. Il fatto che io mi sia sempre fatta carico di tutti gli oneri senza rimettere il conto, anche simbolico, il fatto che io l'abbia sempre protetta forse ha la sua ragione. Adesso però sento che siamo arrivati vicino alla resa dei conti. Devo fare qualcosa. Aver parlato con mamma forse è un passo avanti, averle detto cosa provo forse è un inizio. Vedremo dove porterà questa strada. Di sicuro ho fermamente deciso di non trascurarla. Mamma non c'entra niente con tutto questo. Lei è rimasta da sola e noi dobbiamo giocoforza fare in modo che stia il meglio possibile. Ma ci sono dinamiche così tanto difficili e complicate, come è complicata la vita che siamo invitati a vivere fino in fondo.
Oggi mi sento così, come direbbe la mia bimba: un pò bene un pò no!