Una ex quarantenne, in giro per la rete con occhi curiosi e cuore aperto, sempre pronta ad ogni novità.
Uno spiraglio nella mia vita, nella mia straordinaria ordinarietà. La storia continua.

martedì 31 marzo 2009

Scusi, quanto costa un sorriso?

Erano giorni che cercavo di pensare un argomento da trattare sul blog. Ed erano giorni che le idee proprio non arrivavano, tabula rasa.

Ieri pomeriggio poi ho avuto l'intuizione. Ed è stato ieri pomeriggio, mentre aspettavo che aprisse  il cancello della scuola materna che frequenta mio figlio,che questa domanda mi è sorta spontanea. Ed è proprio questa domanda che vorrei fare alle mamme degli amichetti del mio bimbo, che va alla scuola materna: "Scusi, quanto costa un sorriso?"

Premetto che l'esperienza con la mia figlia più grande è stata meravigliosa, era il primo anno che i bambini erano sistemati in classi miste, cioè con bambini di tutte e tre le fasce d'età, 3, 4 e 5 anni. Così aveva deciso l'Istituto Comprensivo della nostra città.  I bambini piccoli che arrivano sono accolti dai bambini di 4 e 5 anni, che si abituano ad accudire i più piccoli. E i più piccoli, che all'inizio sono un po' spauriti, piano piano, con l'aiuto dele maestre, ma soprattutto dei bambini più grandi, si abituano piano piano al nuovo ambiente, che funziona proprio come una grande famiglia, con fratelli e sorelle più grandi e più piccoli.
L'amicizia fra mamme è venuta spontanea, a poco a poco, giorno dopo giorno. E dura tutt'ora, che i nostri figli continuano ad andare alle elementari, e l'anno prossimo qualcuno dei vecchi compagni di asilo, dato che avevano tutti età differenti, andrà alle scuole medie. Ogni tanto ci incontriamo, ci ritroviamo. Magari quando fa più caldo, andiamo ai giardini, i bambini giocano e noi si chiacchiera un po' di tutto. Ci aiutavamo quando eravamo in difficoltà, se qualcuno non poteva prendere il figlio ci pensava una delle mamme amiche. Quando ci vediamo non mancano mai i sorrisi e gli abbracci.

Quest'anno i bambini della materna sono tutti quanti ben inseriti, non solo nella classe del mio, ma in tutte. Dopo due mesi lui già consoceva quasi tutti i nomi dei suoi compagni e, a seconda di cosa succede o delle attività che sono svolte mi parla di un compagno o una compagna piuttosto che un'altro.

Fino a qui non ho raccontato niente di nuovo. Arriva il momento dell'uscita pomeridiana, si perché l'entrata a scuola l'ho riservata al papà, mentre il ritorno a casa è tutto per me. .Le mamme pian piano arrivano alla spicciolata e si mettono in attesa davanti al cancello.

Cerco in giro qualche viso conosciuto, ma in due anni questo purtroppo ancora non è accaduto.Gli sguardi non si incrociano, sono fugaci e sfuggenti. Nessuno si ferma a fare due parole, solo qualche nonno si ferma a chiacchierare. Sembrano tutti troppo impegnati nei loro pensieri. Non si riesce a scambiare nemmeno un sorriso. In due anni, neanche uno. Mi chiedo, forse è troppo impegnativo sorridere? Ammetto che a questo punto non viene spontaneo sorridere, tante volte mi devo fare forza, io sono fatta così, nonostante tutto continuo a sorridere.

Ci sono mamme che incontro all'asilo e che poi rivedo alla scuola elementare, per riprendere i fratellini o le sorelline. I bambini più piccoli si cercano, corrono, ridono, giocano assieme nei pochi minuti di attesa prima di tornare a casa. E anche qui neanche un cenno, un sorriso, una parola di convenienza. Non riusciamo a parlare nemmeno del tempo, eppure quest'anno ce ne ha date di cose da dire!!! Eppure i bambini si salutano, perché le mamme no? Perché non possiamo imparare dai nostri figli?

E io, nonostante tutto, continuo imperterrita a sorridere. Per dimostrare a queste persone che forse un sorriso non costa molto, non è molto impegnativo, e forse i bambini hanno diritto a un sorriso.
Perché la tristezza che c'è nelle nostre vite parte anche dall'impossibilità di sorridere non soltanto ai bambini, ma alla vita stessa. E' vero che i tempi sono difficili, che non sempre è facile sorridere, che i problemi che ci sovrastano a volte sono più grandi di noi. Ma proprio per questo, poiché tante cose sono fuori dalla nostra portata, varrebbe la pena sorridere. Tanto un sorriso non peggiorerebbe comunque la situazione.

Bisognerebbe davvero imparare dai bambini, ritrovare la gioia e la spontaneità di un sorriso donato a chi ci sta vicino, forse più vicino di quanto ci possiamo immaginare.

lunedì 16 marzo 2009

Ancora sogni

Stanotte ho fatto un'altro dei miei soliti sogni assurdi.


Ho sognato che mio marito mi ha regalato due biglietti per andare a vedere il concerto degli U2 a Istambul (!!!!). E io felice come due Pasque ci sono andata con mia figlia, quasi 10 anni (!!!!!!!!).


Mi sono ritrovata in una specie di labirinto, a metà tra il colosseo, i mercati di traiano e una starda di periferia con tanto di grattacieli. Atmosfera greve, scarsa luce scarsissimi colori. Sentivo la musica, ma non riuscivo a vedere le gradinate, a trovarle e quindi naturalmente a vedere il palco. Corro come una pazza per cercare l'ingresso alle gratinate, ma mi ritrovo sempre nello stesso punto.


Ad un certo punto si sente un grido di folla immenso, i nostri amati sono arrivati sul palco, e io con la ragazza mi affanno per trovare un varco in questo immenso dedalo di scale, strade, colonne. Ogni tanto perdo di vista mia figlia, ma subito la ritrovo dietro di me. Ormai il concerto sta per iniziare. Inizia con un minuto di silenzio, per rispetto alle vittime. Di cosa non so, ma mi è naturale che un loro concerto inizi con un minuto di silenzio.


Alla fine non trovo il palco, sconsolata e tristissima mi avvio con mia figlia verso l'uscita. E finalmente mi sveglio.


Mamma mia che tristezza!!!


Quando ho raccontato il sogno a mio marito mi ha chiesto che cosa avevo mangiato di pesante la sera prima, e ha commentato che forse era stato il riso con i fagioli.


Mia figlia invece ha commentato "Che bello Istambul, mi piacerebbe tanto andarci, quando andiamo mamma???"


In mattinata poi ho dato un'occhio al sito di Ticketone, e purtroppo ho scoperto che i biglietti del concerto non sono più in vendita!!!! Quando si dice "sogno profetico" mi sembra proprio azzeccato, vero?? Al limite vedrò di organizzare il viaggio a Istambul, così il sogno sarà doppiamente profetico!!!!


 

mercoledì 11 marzo 2009

I love shopping!!

Domenica 8 marzo ho trascorso la festa delle donne (mi accodo anche io al post di Moma...) in maniera trasversale, senza fare grandi cose particolarmente estreme. Sono andata all'Outlet Val di Chiana Village con due amiche.


La storia di quest'uscita è un po' particolare, le mie "compagne" di avventura sono anch'esse mogli di sub, che non è una strana malattia, ma una passione che se ti prende a volte può sembrarlo davvero. Ei nostri mariti, tutti e tre, sono davvero malati!!!  Questa domenica il loro gruppo sub aveva organizzato un'uscita "Full-Day" all'Isola di Gorgona, e noi saremmo rimaste sole tutto il giorno. Come non approfittarne?? Ho sistemato i ragazzi (suoceri e cognati santi subito...) e via!!!!!


La mattina ci siamo ritrovate ad un'ora umana (le dieci), il viaggio è stato tranquillo, nessuna coda, nessun intoppo nonostante il bel tempo agognato dopo tanto piovere. Dopo un'oretta siamo approdate all'outlet e dopo esserci orientate, siamo andate all'arrembaggio!!!


 Devo dire che il Val di Chiana Village è un'outlet molto grande, ci sono davvero tanti negozi, e, a differenza di quello di Barberino, ci sono negozi conosciuti e la merce è davvero conveniente. Non ci sono le marche dell'alta moda, a parte pochi e deserti negozi, insomma è un posto un po' alla portata di tutti. E abbiamo trovato davvero tante cose. A me poi lo shopping piace, piace tantissimo!!! Diciamo che è uno dei miei "sport" preferiti e anche un ottimo antidepressivo. Mio marito nei momenti in cui stavo malissimo e avevo il morale molto più in basso della suola delle mie scarpe, per tirarmi su mi portava a fare shopping. Anche se non compravo niente, girare per negozi riusciva a rilassarmi un po' e mi faceva stare meglio.


 Nonostante questo post possa fare pensare diversamente, sono una persona che non ama spendere e spandere, cerco sempre di contenermi e di non esagerare. Però ci sono delle cose alle quali non riesco a resistere. E la cioccolata è una di queste. Siamo entrate nel negozio della Lindt quasi alla fine della giornata, non dovevo comprare niente, e sono uscita con una bottiglia di vino dolce e tre stecche di cioccolata, una al tiramisù per i bambini, una alla ciliegia e peperoncino per me e il marito e una normale fondente all'85%  per i momenti di disperazione. Abbiamo anche assaggiato il "Varesino" che è un caffé con cioccolata calda con sopra schiuma di latte e una spruzzatina di cacao in polvere, ma soprattutto il cucchiaino di cioccolata. Se capitate in un qualsiasi negozio Lidt, outlet o no, non potete non assaggiarlo!!!!


 Sono tornata a casa con un nuovo paio di scarpe da ginnastica fighette, bianche e fucsia , un completo elegante pantalone e maglietta grigio perla, una camicetta bianca e una maglietta con un bellissimo disegno pieno di perline, un bellissimo paio di occhiali da sole leopardati che esibirò con orgoglio al Rabbit Pride di Primavera, facendo invidia alla mia amica Gabibba,  due bottiglie di vetro di quelle con il tappo attaccato, con su disegnato Tom e Jerry e Winnie the Pooh, sei bicchieri da acqua con disegnato il principe ranocchio (uno dei soprannomi del piccolino è Rano(cchio)!!!) e quando li ha visti ha fatto un sacco di feste, e poi incursione da Pompea per comprare calze e calzini.


 I prezzi, come ho detto prima, sono per la maggior parte molto convenienti, poi dipende tanto dal tipo di merce, tutto sommato però il risparmio è davvero grande.


  Ci sono davvero tanti negozi di cose per la casa, e anche questo mi è piaciuto moltissimo, quando dovrò acquistare cose per la casa nuova so dove andare a cercare, soprattutto per ceramiche, oggetti in vetro e telerie!


 Alla fine della giornata, trascorsa passeggiando e chiacchierando, tra il serio e il faceto, raccontandoci interi pezzi di vita, ci siamo sentite così bene, così in sintonia che alla fine sicuramente faremo il bis, e perché no, il ter!!!


 Spero davvero tanto che si possano aggregare anche altre compagne, magari potremo organizzare qualche evento parallelo alle immersioni dei mariti. Diciamo che questa uscita è servita un po' per prendere le "misure". Le mie compagne sono state meravigliose, e le ringrazio di cuore tutte e due, perché mi hanno fatto trascorrere una domenica bellissima e davvero fuori del comune.

lunedì 2 marzo 2009

Knitting!

Rovistando nell'armadio, ho trovato una borsa con ferri e gomitoli di lana. Guardando meglio una borsa dentro un'altra borsa ho scoperto che quasi dieci anni fa avevo iniziato un maglione, con tre tipi di trecce, molto bello. Ho trovato il dietro già fatto, e mi sono detta: "Anche se è passato tanto tempo perché non provare a finirlo?"

Si, perché io sono quella delle mille cose imbastite insieme che poi alla fine si accorge di non riuscire a portarne a termine nessuna.

Non credevo davvero di ricordarmi qualcosa, però piano piano sto riprendendo la mano. Non mi è sempre piaciuto fare lavori femminili, ma piano piano ho imparato, non sono una campionessa, però me la cavo. E la maglia in particolare mi piace moltissimo. Ha quella cadenza ritmica quasi ipnotica, molto rilassante. Non devi fare altro che concentrarti sui punti da fare e lasciar andare le mani da sole. Quasi come se si muovessero in autonomia, separate dalla testa. E mi ricordo mia madre, che faceva ai ferri i vestitini per le bambole, con le quali non ho mai giocato, ma mia sorella si, e lei ci faceva di tutto, maglioncini, cappellini, pantaloni, sottane, scarpine. Da qualche parte a casa sua, conservate in qualche scatola in soffitta, sono ancora tutte là.

Da ragazzina avevo il rifiuto di queste cose, che mi ricordavano così tanto lei, con il tempo e la ragione (che ancora dopo i quaranta tarda ad arrivare, ma questa è un'altra storia....) piano piano mi sono riappropriata di queste cose. Mi sono documentata, mi sono fatta insegnare da lei, ho letto libri, riviste, manuali e sono arrivata a poter fare cose anche difficili.

Nel frattempo però mi sono un po' persa, il tempo è sempre più scarso, le cose da fare sono tantissime, il lavoro, la casa, i figli e i loro innumerevoli impegni mi hanno un po' perdere il ritmo, fino a quasi dimenticarmi di essere in grado di fare queste cose.

Aver ritrovato questo lavoro lasciato a metà mi ha fatto venire un po' di tristezza, ed ho pensato che potevo benissimo rimediare. Proverò a vedere se riesco a portare a termine questo lavoro. Ci riuscirò??